Figura materna di santuario
Origine: Africa, Nigeria
Cultura: Igbo
Materiali: legno, pigmenti
Datazione: fine XIX – inizi XX secolo
Altezza: 210 cm – 82,68”
Provenienza: ex collezione belga
Prima del colonialismo britannico, la società Igbo aveva una struttura matrilineare e matriarcale. Le donne gestivano quasi totalmente il settore del commercio, potevano divorziare, sposarsi una con altra e avevano sviluppato pratiche di resistenza alla violenza maschile. Fu una donna chiamata Nwagboka, l’omu di Onitsha, ossia la “madre della società”, a firmare, nel 1884, il trattato con i colonizzatori inglesi.
Nella mitologia degli Igbo questo potere femminile è collegato alla capacità mistica e sacra di creare la vita. Tutta la simbologia legata alla madre terra, e culminata nella figura della dea della terra Ala, si esprime nell’arte Uli/Uri, applicata sia su abitazioni che sul corpo (in particolare, le scarificazioni chiamate mbudu).
Il copricapo che porta la statua coincide con quelli veri indossati dalle donne Igbo, e lungo tutto il corpo si possono vedere le scarificazioni rituali mbudu, con l’incrocio tipico sulla fronte, simbolo della fertilità.
Il copricapo che porta la statua coincide con quelli veri indossati dalle donne Igbo, e lungo tutto il corpo si possono vedere le scarificazioni rituali mbudu, con l’incrocio tipico sulla fronte, simbolo della fertilità.